venerdì 8 novembre 2013

Santa Maria di Leuca



Santa Maria di Leuca (dal greco leucos che significa bianco) è una frazione di 1.062 abitanti[1] del comune di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce (Lèviche in dialetto salentino). Rinomata località turistica, è la propaggine più meridionale tra i vertici ideali del Salento, insieme a Taranto e a Pilone. È il centro abitato più a Sud dell'intera provincia; dista 83 km dal suo capoluogo, se lo si raggiunge tramite la Strada statale 274 Salentina Meridionale che continua nella S.S. 101, oppure 70 km percorrendo laStrada statale 275 di Santa Maria di Leuca che prosegue nella S.S. 16.
In passato era amministrativamente divisa fra il comune di Gagliano del Capo, per la parte dove è ubicato il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae, e il comune di Castrignano del Capo, per la parte compresa tra punta Ristola e Punta Meliso. La vicenda legale tra i comuni di Castrignano del Capo e Gagliano del Capo, conclusasi dopo 83 anni, ha stabilito che Leuca ricade interamente nel comune di Castrignano del Capo.
Punta Ristola
Più precisamente si intende per Santa Maria di Leuca la zona sopra il promontorio su cui si trovano la Basilica e il faro (che con la sua altezza di 48,60 metri e la sua collocazione a 102 metri sul livello del mare è uno dei più importanti d'Italia), mentre la Marina di Leuca è situata più in basso ed è compresa tra punta Mèliso ad est, posta ai piedi del promontorio, e punta Ristola ad ovest, estremo lembo meridionale del Salento.
Nonostante l'estremo tacco d'Italia sia identificabile con Punta Ristola, Punta Mèliso (probabilmente per l'importanza che le deriva dal sovrastante faro) chiude convenzionalmente, insieme a Punta Alice in Calabria, il Golfo di Taranto.
Punta Mèliso
Sempre a punta Mèliso viene posto, secondo una convenzione nautica, il punto di separazione fra la costa adriatica (ad est) e la costa ionica (a ovest). Si tratta comunque di semplificazioni di comodo che prevedono, quale linea di demarcazione fra le acque del Mar Adriatico e del Mar Ionio, un determinato parallelo: in questo caso il parallelo 39°47'N (che passa al largo di punta Mèliso), ma un'altra convenzione nautica, ad esempio, utilizza il parallelo 40°N.
In realtà, il confine ufficiale, oltre che naturale e storico, fra i due mari è dato dal Canale d'Otranto, ossia lo stretto di mare compreso fra il punto più a est d'Italia (Punta Palascia) e Capo Linguetta in Albania.
Ma, al di là delle convenzioni, il fatto che da Santa Maria di Leuca sia talora visibile, in determinate condizioni, una linea di separazione longitudinale, ben distinguibile cromaticamente (dovuta in realtà all'incontro fra le correnti provenienti dal Golfo di Taranto e quelle dal Canale d'Otranto), ha da sempre suggerito alla fantasia popolare un confine fisico fra i due mari.
Dall'ottobre 2006 il territorio di Santa Maria di Leuca rientra nel Parco Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali.
Poco fuori Punta Ristola, a 85 metri sotto il livello del mare, giace lo scafo del sommergibile oceanico italiano Pietro Micca, affondato durante la seconda guerra mondiale col suo equipaggio di 58 marinai.
Una scalinata di 284 gradini collega la Basilica al sottostante porto facendo da cornice all'Acquedotto Pugliese che, terminando a Leuca, sfocia in mare: la costruzione dell'opera iniziò nel 1906, poi, con l'inizio della prima guerra mondiale, i lavori si fermarono e furono ripresi solo dopo la conclusione della guerra. Quindi l'Acquedotto Pugliese giunse a Leuca nel 1939, anno in cui l'opera fu completata. La monumentale scalinata e la colonna romana che ne segna il termine furono inviate da Roma da Benito Mussolini.


martedì 1 ottobre 2013

Un cuore nel cielo del Salento, la foto incanta il web

Nel cielo del Salento spunta un cuore: "Evidentemente lì qualcuno ancora ci ama e lo dimostra con piccoli gesti"
LEVERANO- (Lecce)  E mentre l’autunno si appresta a investire anche il Salento con le sue prime giornate uggiose, eccoche spunta in cielo un piccolo cuore.
A immortalare il simpatico episodio una ragazza di Leverano. Neanche lei credeva ai suoi occhi e invece era tutto vero. Così ha pensato bene di fotografare quel piccolo cuoricino che sbucava tra le nuvole e postarlo su Facebook suscitando meraviglia tra i diversi utenti.
“Evidentemente lì qualcuno ancora ci ama e ce lo dimostra anche con piccoli segni”, scrive l’autrice della foto. Chissà forse sarà vero, forse no, a ognuno la libertà di esprimere il proprio pensiero e di farsi lasciare guidare dall’immaginazione.

lunedì 30 settembre 2013

Torre del Serpe (o Torre dell'Idro)


E' una torre di avvistamento sulla costa salentina nei pressi di Otranto.
Si ritiene che la sua costruzione risalga al periodo romano e che la torre avesse la funzione di faro e fu restaurata in età fredericiana in seguito ad uin potenziamento strategico voluto dallo stesso Federico II. Il nome è legato ad un'antica leggenda che racconta di un serpente che ogni notte saliva dalla scogliera per bere l'olio che teneva accesa la lanterna del faro. Un'altra leggenda narra che pochi anni prima della presa di Otranto nel 1480 i saraceni si erano diretti verso la città salentina per saccheggiarla, ma anche in quell'occasione il serpente, avendo bevuto l'olio, aveva spento il faro. I pirati senza punti di riferimento passarono oltre e attaccarono la vicina Brindisi.
Rientra nella categoria delle torri a base circolare e forma tronco-conica: parzialmente diroccata, è visibile una sola parete e la scarpa., ovvero l'ampliamento del basamento per dare una maggior superficie di appoggio alle murature che si ergono in altezza.
Questa torre è costantemente presente nell'immaginario di questi luoghi, tanto da essere entrata nello stemma della città diOtranto dove è rappresentata con un serpente nero che l'avvolge.

Torre del Fiume di Galatena


  • La Torre del Fiume di Galatena è una delle numerose torri costiere di avvistamento del Salento costruita da Carlo V, nel XVI secolo, per difendere il territorio dagli assalti dei Saraceni. Nel luogo dove è collocata la torre è presente una sorgente di acqua dolce, conosciuta anche dai pirati che spesso attaccavano la zona per rifornirsi. Carlo V decise quindi di proteggere questa sorgente facendo erigere la torre. La torre presentava una struttura tronco piramidale a base quadrata con bastioni angolari a pianta pentagonale ed un'altezza di 16 metri. Nella parte superiore era presente un marcapiano con beccatelli. La parte centrale dell'antica torre crollò probabilmente non molto tempo dopo la sua costruzione, in seguito a qualche attacco nemico o afenomeni tellurici. Oggi restano solo i quattro bastioni angolari: per questo la torre è anche detta "delle Quattro colonne".

venerdì 23 agosto 2013

A Cutrofiano nasce la “Casa dell’Acqua”, disponibile per tutti liscia o con le bollicine

Con deliberazione della G.C. n. 20 del 15/02/2013 l’AC di Cutrofiano  guidata dal Sindaco Oriele Rolli, ha partecipato al bando promosso dalla Provincia  per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di iniziative/progetti/interventi in campo ambientale rivolto ai Comuni della Provincia di Lecce, con l’idea progettuale “L’acqua del Sindaco”. E’ di qualche giorno fa la notizia dell’ammissione al finanziamento da parte della Provincia di Lecce con un contributo pari a 15.000 euro con un cofinanziamento di 4.000 euro a carico del Comune di Cutrofiano.

L’ iniziativa ha come obiettivo: fornire ai cittadini l’ acqua naturale e gassata a Km Zero; ridurre su strada gli stessi imballaggi e contenitori delle bottiglie; ridurre il consumo di plastica e la relativa CO2 per smaltirla; creare una nuova cultura con una campagna di sensibilizzazione finalizzata all’adozione di comportamenti responsabili e alla partecipazione della salvaguardia della risorsa acqua tramite coinvolgimento dei cittadini, degli enti gestori dell’acquedotto, degli amministratori locali e della popolazione scolastica.

Dal  punto di vista strutturale, la Casa dell’Acqua si presenta come un struttura leggera , avente la forma di una baita o di un semplice distributore che sarà installato all’interno di Piazzale Paolo VI (parcheggi Via per Sogliano C.)  di facile accesso al pubblico (anche per i soggetti diversamente abili), in modo tale che i cittadini si possano approvvigionare di acqua di ottima qualità depurata o frizzante, al costo di pochissimi centesimi al litro; sarà dotata di aree di parcheggio/stazionamento; sarà esposta ad illuminazione artificiale e naturale durante le ore notturne e diurne; sarà facilmente raggiungibile a piedi o in bicicletta.

L’acqua distribuita nella Casa dell’Acqua è quella dell’acquedotto Pugliese, certificata alla fonte.  Al suo interno verrà installato un impianto che attraverso l’impiego di filtri, approvati dal Ministero della Salute, garantisce la qualità e purezza dell’acqua distribuita. Essa viene refrigerata e messa a disposizione di tutti in forma naturale o frizzante, al pari delle migliori acque in bottiglia.

I vantaggi di questo sistema  in termini  economici e ambientali, sono evidenti: meno plastica prodotta e da smaltire, meno tir per strada per trasportare le bottiglie, meno emissioni di CO2 e di monossido di carbonio, risparmi economici per le famiglie e migliori condizioni ambientali/sanitarie. Si stima che ogni singola Casa eroghi 2.500 litri ogni giorno, che equivalgono a 1.700 bottiglie in plastica da un litro e mezzo.

L’iniziativa porterà notevoli benefici in termini di riduzione dei rifiuti attraverso la diffusione di una nuova cultura incentrata sulla valorizzazione delle risorse idriche e sul rispetto dell’ambiente, mediante campagne di sensibilizzazione già avviate dall’AC  finalizzate all’adozione di comportamenti responsabili e partecipati tramite il coinvolgimento dei cittadini e della popolazione scolastica.

Continua l’azione dell’AC a tutela dell’ambiente  e territorio nel rispetto dell’adesione al patto dei Sindaci del nostro Comune avvenuto in data 29/11/2012, in tale contesto l’iniziativa progettuale dell’acqua del Sindaco  rientra a pieno titolo tra le azioni integrabili nei Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) aventi come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2 e il risparmio energetico. Entro fine anno tutti i cittadini potranno beneficiare di un ulteriore servizio.

domenica 30 giugno 2013

CARDISANTI Gruppo di musica tradizionale Salentina

“CARDISANTI” è un gruppo di musica tradizional popolare salentina. Sono l'espressione artistica dell'omonima associazione musicale culturale costituita da artisti e musicisti salentini.
Sono nati musicalmente sulla scia dei grandi vecchi cantori del proprio paese, Cutrofiano. 
Tra i componenti del gruppo c’è UCCIO CASARANO, organettista e cantore della tradizione musicale salentina, era membro dello storico gruppo “gli Ucci. Altro componente è la cantante LINA BANDELLO, figlia di Uccio Bandello, sicuramente il più grande cantore salentino. Elemento di spicco è il giovane fisarmonicista MICHELE BIANCO diplomando al conservatorio di Lecce, vincitore di numerosi concorsi internazionali per fisarmonica.
lo spettacolo musicale dei “CARDISANTI” propone, con arrangiamenti originali, i canti più significativi dell’enorme patrimonio musicale del salento.
hanno pubblicato nel loro disco dal titolo “pe l’amore tou” quattro brani inediti scritti e arrangiati da loro.

Cardisanti,
nella tutela e valorizzazione di tutti quei principi di carattere ambientale, culturale e musicale, appartenenti al patrimonio territoriale del basso Salento si inserisce l’impegno dei “Cardisanti”, gruppo associazione di musica popolare salentina.
Il gruppo, nato fisicamente e artisticamente sulla scia dei grandi vecchi cantori Cutrofianesi – in primis Uccio Bandello leader del gruppo gli “Ucci”-, porta in scena la produzione di testi originali e melodie fedelissime appartenenti alla miglior tradizione della musica popolare pugliese. Lo stesso, si caratterizza per la presenza di: Uccio Casarano figura storica già componente degli Ucci, Lina Bandello, figlia e come il padre memoria orale dei canti di lavoro di un tempo e le giovani promesse rappresentate da Michele Bianco e altri che saranno i depositari di que
sta tradizione.https://www.youtube.com/watch?v=mgOw2X1nhdk
Un brano nel quale il gruppo salentino "cardisanti" racconta il Salento metaforicamente visto dagli occhi di una pianta selvatica che da millenni vive nelle campagne del sud italia (cardisanti è il nome dialettale dei cardi campestri). Immagini, suoni, storia, natura, paesaggi salentini si intrecciano nel racconto musicale di una terra affascinante, bella, ospitale, ma nello stesso tempo dura, impervia, difficile, a tratti amara... E' un brano molto apprezzato durante i numerosi concerti dal vivo dei cardisanti nelle infuocate serate estive salento.

sabato 8 giugno 2013

In grazia di Dio, Winspeare racconta il ritorno alla terra

Un auspicato ritorno alla terra. Ne parlano sociologi ed economisti, lo immagina e lo racconta Edoardo Winspeare nel suo nuovo film, bucolico e “tutto salentino”.
Ha chiuso in questi giorni le riprese di “In grazia di Dio” il regista tricasino, una storia del Sud, con protagonista la campagna, girata e ambientata nel Basso Salento. Un film, ecologico, a impatto zero, che parla di oggi e, chissà, immagina una soluzione forse non così impossibile alla crisi che sembra attanagliare chiunque, senza distinzioni geografiche.
Racconta la recessione Winspeare, e lo fa attraverso una storia salentina, di quattro donne in particolare, tutte appartenenti alla stessa famiglia e costrette, dalla crisi e dal fallimento dell’impresa familiare, a un inaspettato ritorno alla terra. La campagna come unica soluzione. Una scelta obbligata e sofferta che è, però, anche l’inizio di una catarsi che le porterà a riconsiderare il loro stile di vita e, soprattutto, le loro relazioni affettive.
La fatica, la sopravvivenza con i prodotti della propria terra, la paura di non farcela, i ricordi di una vita agiata, tutto fa parte di una nuova quotidianità che provoca screzi e rotture, perfino tra madre e figlia. Ma che, alla fine, s’illumina di una luce inaspettata, porta nuova linfa e “la rivelazione su ciò che è davvero importante nella vita”, illustra il regista, “la bellezza del creato, la scoperta del bene e della meraviglia, la gratitudine di stare su questa terra, il senso di comunità, la comprensione del dolore e anche del male, la soddisfazione per il proprio lavoro e, sopra ogni cosa, l’amore che ci lega ai nostri familiari come a tutti gli abitanti della Terra”.
È, quindi, una piccola storia sulla felicità quella raccontata da Winspeare, che ha chiamato attori del posto per interpretare una storia salentina, che ha il Basso Salento come metafora, con i suoi abitanti, di un nuovo “centro del mondo”.
Scritto con Alessandro Valenti, il film è prodotto dallo stesso Winspeare con Gustavo Caputo e Alessandro per la Saietta Film, con la collaborazione di Banca Popolare Pugliese e di Luigi De Vecchi, con il contributo dell’Apulia Film Commission e dell’assessorato alle Risorse agricole della Regione Puglia, e con una serie di piccoli sponsor locali. Una produzione che, facendo di necessità virtù, parte dal basso, che ha funzionato durante i giorni di riprese anche grazie ad un originale, simpatico e utilissimo “baratto”, con le aziende sponsor che hanno fornito agli attori "squisiti pacchi" e, perfino cure odontoiatriche. Un beneficio in termini produttivi oltre che una grande iniezione di buonumore sul set.
Protagonisti del film sono: Celeste Casciaro (compagna di Edoardo Winspeare), nel ruolo di Adele, Laura Licchetta (Ina), Gustavo Caputo (Stefano), Anna Boccadamo (Salvatrice), Barbara de Matteis (Maria Concetta), Amerigo Russo (Vito) e Angelico Ferrarese (Cosimo).
Personaggio aggiunto è il Salento, “la cui presenza”, spiegano dalla produzione, “è l’anima della storia e dei suoi protagonisti”. In merito alla scelta di raccontare la storia di quattro donne, “è un invito a resistere", chiudono dalla produzione, "per ribellarsi pacificamente a uno stile di vita che ha ferito i valori di umanità e reciproco aiuto che una società non dovrebbe mai dimenticare”.

Cattedrale di Otranto Santa Maria Annunziata


L’edificio ha impianto basilicale suddiviso in tre navate da due filari di cinque colonne collegate da arcate. L’incrocio delle navate con il transetto è segnato dal vano della crociera dal sapore schiettamente romanico. Caratteri tipici della architettura e scultura pugliese del XII secolo sono le arcate a doppia ghiera lunata che ricadono sulle colonne marmoree, con capitelli finemente scolpiti in stile corinzio semplificato, dei quali uno solo, al centro del colonnato di sinistra, è più elaborato degli altri. 
Di particolare interesse la cripta, suddivisa in ben quarantacinque campatelle quadrate da una selva di colonne sorreggenti capitelli di reimpiego tardoantico, bizantino, altomedievale, e capitelli coevi, dei quali i più interessanti sono quelli decorati con figurazioni di animali e busti umani.

martedì 28 maggio 2013

Storia del PASTICCIOTTO Leccese


Nel lontano 1745 a Galatina (Le) nella pasticceria della famiglia Ascalone durante la festivita' di San Paolo (guaritore delle tarantate),Nicola Ascalone s'impegnava ad inventare qualcosa per affrontare la critica situazione di crisi che colpiva la sua bottega e tra una torta e un dolce si ritrovo' con un po' d'impasto e un po' di crema non sufficiente per un'altro dolce,decise cosi' di mettere quell'impasto in una piccola formina di rame,lo riempi' di crema, definendolo un pasticcio e lo inforno'.Regalo' quel "pasticcio"ancora caldo ad un passante,furono immensi i complimenti ricevuti.Nacque cosi' il "pasticciotto" de "Lascalone",da allora il successo fu immediato e da quel giorno il pasticciotto divenne il dolce tipico Salentino.Attualmente Andrea Ascalone antenato di Nicola continua a creare e vendere le sue "opere" raccomandandosi che non vadano bistrattate e che non finiscano in bocche poco attente.I suoi pasticciotti sono giornalieramente in edizione limitata e destinati ad un pubblico dal palato raffinato.

lunedì 27 maggio 2013

Castello de' Monti Corigliano D'Otranto


D'impianto medievale,il castello fu radicalmente ristrutturato e ampliato tra il 1514 e il 1519 da Giovan Battista de' Monti che lo adeguo' alle esigenze belliche ed ai principi dell'arte militare avvalendosi di maestranze locali.E' interamente circondato da un fossato e si sviluppa su una pianta quadrata ai cui angoli si innestano quattro poderosi torrioni circolari,a questi era affidata la maggiore efficacia difensiva.Ogni torrione presenta l'araldica dei de' Monti accompagnata da raffigurazioni allegoriche delle quattro virtu' cardinali e dai bassorilievi di altrettanti santi sotto la cui protezione e' posto ciascun torrione.Guardando la facciata principale,il torrione a sinistra e' intitolato a San Michele Arcangelo,il torrione a destra a Sant'Antonio Abate,gli altri sono intitolati a San Giorgio e a San Giovanni Battista,ai cui bassorilievi sono associate le raffigurazioni della prudenza e della giustizia.

CUTROFIANO (Le) BiOsteria - ristorante vegetariano "PICCAPANE"



E' un posto molto originale immerso nel verde della campagna di Cutrofiano, la BiOsteria e Agriostello - PICCAPANE - non e' solo un posto dove poter gustare piatti fatti con ingredienti biologici della stessa azienda agricola,ma una vera e propria filosofia di vita sempre attenta a mettere da parte tutto cio' sia innaturale.Un agriturismo dove gustare piatti come la "Millefoglie" di torta di ceci neri con coste di bietola gratinate,i fusilli di farro mantecati al nero d'oliva,e ancora pastanache di Sant'Ippazio su crema di rape rosse,foglie di pastanache e frizzuli all'alloro,poi ancora il bicchere con crema di pisello nano di Zollino (Le) su brunoise di cipollotti  pomodori e grissini alle olive.La BiOsteria PICCAPANE e' il luogo ideale per vegetariani e vegani.

sabato 25 maggio 2013

Grotta della Zinzulusa Castro Marina

La grotta della "Zinzulusa"e' una grotta naturale costiera che si trova lungo il litorale salentino tra Castro e Santa Cesarea Terme.Le acque antistanti sono molto apprezzate per la balneazione e anche per la loro pulizia e limpidezza.La denominazione della grotta deriva dal termine dialettale zinzuli (stracci) e' dovuta alle formazioni carsiche chiamate stalattiti,che pendono dal soffitto come se fossero stracci appesi.La formazione della grotta,avvenuta per erosione marina,e' ricondotta al periodo del Pliocene.La grotta si articola in tre parti,l'ingresso si caratterizza per la grande varieta' di stalattiti e stalagmiti.In questa zona attraverso un corridoio chiamato delle Meraviglie,si trova un piccolo lago di acqua limpidissima dolce mista a infiltrazioni marine,chiamato Trabocchetto.Nella seconda parte la grotta continua con una grande cavita' denominata cripta o Duomo caratterizzata da pareti lisce alte fino a 25 metri,questa parte di grotta sembra risalire al periodo Cretacico.La grotta era abitata da un gran numero di pipistrelli che l'avevano ricoperta con il loro guano per oltre 5 metri.La terza parte della grotta e' il fondo,che giunge fino a 160 metri oltre l'ingresso.Le acque nella parte bassa sono calde e salmastre mentre in superficie sono dolci e fredde.La grotta presenta ulteriori bacini interamente sommersi esplorati fino a 250 metri dall'ingresso.Nel 1968 la grotta fu set cinematografico del film di Carmelo Bene Nostra signora dei turchi

Cutrofiano,chiesa e cripta San Giovanni Battista

La cripta di San Giovanni Battista, e' situata in localita' San Giovanni,a circa 1 Km dal centro urbano.La localita' ospita oltre alla cripta,una chiesetta rupestre,una piccola necropoli medievale,un frantoio sotterraneo e una grande cisterna.L'ipogeo, di piccole dimensioni con un impianto planimetrico circolare,e' scavato interamente nella roccia.La cripta ospito' molto probabilmente una comunita' di monaci basiliani insediatasi tra l'VIII e il IX secolo.Le pareti lasciano intravedere deboli tracce di affreschi irrimediabilmente  recuperabili.Adiacente all'ingresso della cripta sorge una chiesetta dedicata  a San Giovanni Battista costruita sul luogo dove sorgeva un'altra chiesa crollata nel 1607

venerdì 24 maggio 2013

Il faro dei due mari

Il faro della Palascìa si trova nel territorio di Otranto (il punto piu' ad oriente d'Italia),il faro recentemente
restaurato,e' uno dei cinque fari del Mar Mediterraneo tutelati dalla Commissione Europea.
Il faro della Palacìa e' meta di turisti e curiosi grazie alla tradizione annuale della notte di San Silvestro,
richiama moltissime persone,in attesa della prima alba del nuovo anno in Italia.
Il faro e' posto nel punto di separazione tra il Mar Ionio ed il Mare Adriatico.